Eventi
29/11/2011
Cassa Padana e Banca Veneta 1896 si fondono
L’assemblea straordinaria di Cassa Padana, riunitasi domenica 6 novembre a Leno in Villa Badia, sede della Fondazione Dominato Leonense, ha approvato all’unanimità (1400 i soci presenti direttamente o per delega) il progetto di fusione con Banca Veneta 1896, che nel mese di settembre aveva già avuto anche il via libera da parte della Banca d’Italia. L’assemblea “gemella” di Banca Veneta 1896, svoltasi in contemporanea, ha anche lei deliberato con grande compattezza e convinzione (su 1040 soci votanti un solo pronunciamento contrario) la fusione con Cassa Padana, designando due consiglieri, Antonio Masin e Gianni Rodin, ad integrazione del consiglio di amministrazione di Cassa Padana - nomina ratificata poi ratificata dall’assemblea stessa di Cassa Padana – in rappresentanza della realtà socio economica di un territorio che copre il basso veronese, il Polesine e la Provincia di Ferrara.
 
A seguito delle pronunce delle due basi sociali, l’istituto con sede a Leno, presieduto da Vittorio Biemmi e diretto da Luigi Pettinati, con 61 sportelli diviene la seconda banca di credito cooperativo italiana per numero di filiali.
Importanti quanto i numeri (l’aggregato è di 10.000 soci, 60 mila clienti, 240 milioni di patrimonio di vigilanza, 1737 milioni di raccolta, 1634 milioni di impieghi – dati 31 dicembre 2010) è l’obiettivo forte sotteso al progetto di fusione, comunicato in modo trasparente ai soci e da loro ben compreso, di costruire una banca di credito cooperativo ancora più forte, attrezzata nelle risorse umane e patrimoniali, dimensionalmente più grande e diversificata nei territori, con migliori prospettive future di svolgere in modo autonomo ed efficace, la propria funzione a favore delle comunità locali nelle quali opera.
 
Questa banca di più “territori” è in grado di realizzare più economie di scala, senza perdere, anzi migliorando il radicamento nelle diverse comunità locali in cui opera, di diversificare meglio rischi e territori con caratteristiche diverse. Avrà poi più possibilità di orientarsi maggiormente su segmenti di clientela, per dimensione e caratteristiche, più vicine al mondo delle banche di credito cooperativo.
 
Si è tracciata una strada che permette di affrontare meglio l’attuale fase contingente di crisi economica e di dare ulteriori prospettive al modello di banca vicina alle esigenze dei territori.
La visione che si ha del futuro è di svolgere un’azione sempre più utile per le comunità locali presidiate. Ci sono le risorse patrimoniali e umane, il know how e le esperienze positive maturate negli anni, a rendere possibile l’obiettivo.
Secondo quanto previsto dal progetto di fusione, Banca Veneta 1896 diviene un’area territoriale, dotata di ampia autonomia, in grado di esprimere un presidio rafforzato sul proprio territorio, con riferimento sia all’attività di intermediazione finanziaria sia allo sviluppo delle mutualità, che possa contare sui solidi supporti patrimoniali, organizzativi, di risorse e di esperienza messi a disposizione da Cassa Padana.
 
Cassa Padana ha attualmente in corso un altro progetto di fusione con la Banca di Credito Cooperativo della Valtrompia che gli stessi obiettivi e modalità organizzative del piano ora approvato dai soci nell’assemblea straordinaria. Dopo l’ok dei due consigli di amministrazione, l’iter procedurale prevede l’esame da parte della Banca d’Italia e la successiva sottoposizione alle assemblee dei soci, indicativamente nella tarda primavera del 2012.