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07/08/2020
Banche e territorio: il ruolo del Credito Cooperativo

Lettera aperta di Alessandro Azzi ai Direttori dei Quotidiani Lombardi

(Milano, 7 agosto 2020)

Gentile Direttore,

l’integrazione di Ubi in Intesa San Paolo ha suscitato molteplici commenti, sui media locali e nazionali, ai quali vorrei aggiungere alcune considerazioni.

Imprese bancarie di grandi dimensioni sono utili per l’Italia, per il ruolo che possono ricoprire in ambito nazionale ed europeo, ma rimangono fondamentali, in un contesto caratterizzato dall’attitudine al risparmio delle famiglie e dalla fitta presenza di iniziative imprenditoriali di dimensioni limitate, realtà bancarie caratterizzate da finalità, assetti proprietari e strutture decisionali originali e differenti, prossime (in ogni senso) ai clienti.

L’adeguatezza di un sistema finanziario si deve anche commisurare al grado di pluralismo e di diversità che vengono proposti ai potenziali clienti.

Lo confermano la letteratura, le autorità bancarie e il buon senso: la convivenza nel medesimo mercato di operatori diversi per dimensioni, complessità, approccio relazionale e struttura proprietaria è garanzia di concorrenza, libertà di scelta, stabilità del sistema e, in ultima analisi, di democrazia, non solo economica. In Lombardia hanno sede ventinove banche di Credito Cooperativo, cui aderiscono oltre duecentomila soci, con oltre un milione di clienti e quasi seimila collaboratori; sei sono insediate nella provincia di Bergamo e sette in quella di Brescia, laddove la presenza di Ubi è particolarmente e storicamente più consolidata.

La fiducia dei Lombardi nelle loro banche di comunità è dimostrata dalla massa della raccolta diretta (circa trentadue miliardi di euro, in costante crescita), e viene più che confermata in questi mesi di particolare difficoltà, quando si stanno affrontando le ricadute economiche di una congiuntura peggiore di quella post 2008.

Si tratta di una presenza tangibile, che offre risposte ancora più concrete nelle fasi di maggior difficoltà: lo dimostrano ventisettemila moratorie e ventiduemila finanziamenti sino a 30.000 euro, cui si aggiungono quelli superiori a tale soglia, le anticipazioni di cassa integrazione e tanto altro ancora.

Se questi numeri dicono molto dell’impegno nell’ambito creditizio, anche sul fronte della missione sociale – nel pieno dell’emergenza Covid – le BCC lombarde hanno confermato la loro vocazione nel sostenere ospedali e case di riposo, acquistare materiale sanitario, distribuire buoni per cibo e generi di prima necessità, aiutare onlus e associazioni di volontariato, acquisire materiali per assicurare la frequenza scolastica a scolari e studenti.

Questo patrimonio di relazione con i soci – unici veri proprietari delle Banche mutualistiche, volti noti uno per uno agli amministratori e al personale – e il forte radicamento nei territori devono naturalmente confrontarsi con sfide imprenditoriali e organizzative inedite.

Da circa diciotto mesi l’organizzazione in gruppi bancari cooperativi ha preso vita.

Ciò rafforza la stabilità delle BCC (ognuna delle quali rimane titolare della propria licenza bancaria), assicura coerenza comportamentale e, tra l’altro, consente economie di scala che meglio potranno apprezzarsi nel futuro, senza che si debba determinare una corsa a processi di fusione se non per motivazioni di miglior servizio a soci, clienti consolidati e nuovi, comunità ed enti locali.

Il nuovo assetto organizzativo di gruppo potrà essere perseguito più agevolmente se il quadro normativo che disciplina i Gruppi Bancari Cooperativi e le BCC – che ne sono azioniste e garanti – verrà adeguato per consentire l’applicazione di regole e modelli di vigilanza a banche mutualistiche che, sebbene di fatto “meno significative” sotto il profilo di vigilanza prudenziale, a tutt’oggi vengono disciplinate da norme scritte per le banche “significative”. Su questo fronte siamo impegnati in ambiti istituzionali – nazionali e comunitari – per individuare soluzioni eque e proporzionate.

È una battaglia, anche culturale, per salvaguardare un patrimonio che nel tempo ha contribuito in maniera indiscutibile alla costruzione del bene comune dell’Italia, perché vogliamo guardare avanti, in un’ottica – come sempre per noi – intergenerazionale.

La crisi pandemica, infatti, sembra accelerare la realizzazione di un nuovo rapporto col territorio: la finanza geo-circolare – che raccoglie i risparmi in un territorio e lo reinveste in quello stesso territorio – è un’originale e preziosa esperienza italiana da valorizzare, che trova qui in Lombardia la sua massima espressione per volumi e varietà di realizzazioni.

Nel contempo, l’organizzazione e la forza dei Gruppi Bancari Cooperativi consentono una relazione ed una proiezione che non soffrono di confini locali.

Particolarmente rilevanti appaiono le iniziative, caratterizzate da concreta sussidiarietà, come quelle in via di sviluppo in materia di welfare aziendale e territoriale: le mutue già consolidate – e quelle che nasceranno nei prossimi mesi “a fianco” di moltissime BCC lombarde – costituiscono una forma modernissima e antica di auto-organizzazione solidale capace di rispondere a esigenze concrete in materia di salute, assistenza degli anziani e dei portatori di disabilità; uno strumento in più per affrontare i tanti risvolti della crisi demografica che colpisce anche la nostra regione.

Grandi attese e frutti già interessanti offre il nostro impegno per promuovere il protagonismo e la progressiva responsabilizzazione dei giovani nei percorsi di studio e formazione, nella creazione di imprese, nel risolvere il problema dell’ingresso nel mondo del lavoro. Altro filone di impegno è la diffusione dell’uso di energie rinnovabili (le BCC lombarde utilizzano da diversi anni energia verde tramite il proprio Consorzio BCC Energia o altri fornitori) e promozione della mobilità elettrica.

In questo specifico momento storico – nel quale ancora una volta siamo chiamati a rimboccarci le maniche e mettere le basi di una ripartenza capace di rigenerare una crescita più umana e sostenibile – ritengo dunque particolarmente importante difendere il fondamentale valore di tutti quei soggetti che fungono da agenti di sviluppo “dei” e “nei” territori: la realtà ci ha dimostrato come solo prendendosi cura delle comunità nelle quali viviamo possiamo guardare alle sfide, attuali e future, con fiducia e responsabilità.

Alessandro Azzi

Presidente Federazione Lombarda

delle Banche di Credito Cooperativo

Di seguito una rassegna con le principali reazioni suscitate dall’intervento del Presidente Azzi sulla stampa