Nell’ambito dell’Assemblea annuale dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), svoltasi lo scorso 8 luglio, il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, riferendosi al Mondo del Credito Cooperativo, ha confermato l’efficacia di un lavoro che, in concerto con l’impegno messo in campo da parte dei Gruppi Bancari, ha permesso di «ridurre il peso dei crediti deteriorati, diminuire il rapporto tra costi e ricavi, colmare quasi completamente il divario di redditività che li separava dalla media del sistema bancario».

Le BCC sono state sostenute e accompagnate in un percorso volto alla sostenibilità: agli istituti bancari apparsi in difficoltà, in un mercato che si presenta sempre più instabile, è stato chiesto di «valutare con tempestività ogni azione volta al superamento delle criticità, incluse ipotesi di aggregazione con altri intermediari».

Il sistema del Credito Cooperativo rappresenta un attore primario sul territorio in cui opera e ricopre un ruolo centrale all’interno del panorama bancario italiano. Per questa ragione, ha concluso Ignazio Visco, la Banca d’Italia è disponibile ad aprire un «dialogo con i Gruppi Bancari per individuare gli ambiti in cui è possibile semplificare la prassi di vigilanza e la regolamentazione in modo da tenere debitamente conto delle loro peculiarità».

All’evento sono intervenuti anche il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e il padrone di casa, Antonio Patuelli, recentemente riconfermato alla presidenza dell’Associazione Bancaria Italiana. Lo stesso Ministro Franco ha evidenziato la propria riconoscenza per l’impegno messo in campo dalla Banca d’Italia nei confronti delle istituzioni di credito: a fronte di un momento di grande instabilità economico finanziaria, causata, innanzitutto, dalla guerra ucraina, il Ministro ha rassicurato riguardo il fatto che, grazie agli sforzi attuati, il sistema bancario italiano affronta la crisi a partire da una posizione di stabilità; per questa ragione, «il rialzo dei tassi potrà sostenere i ricavi in misura consistente».