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Guardare ai principi alla base della storia delle BCC con un’attenzione rivolta alle competenze e agli strumenti innovativi .
Sono questi i principali temi di cui si è parlato al Convegno di Studi della Federazione Lombarda delle BCC.
Spazio ai giovani che un domani saranno i nuovi dirigenti, amministratori e professionisti della cooperazione di credito. Guardando ai principi alla base della storia delle BCC, ma con uno sguardo alle competenze e agli strumenti innovativi anche grazie a percorsi di educazione finanziaria, secondo i principi dell’economia civile, e di formazione accademica.
Per un “lavoro” che non guardi solo all’utilità economica, ma anche al benessere integrale delle Comunità.
Sono questi i principali temi di cui si è parlato al Convegno di Studi della Federazione Lombarda delle BCC dal titolo “Sostenibilità in un mondo instabile – Le banche di comunità si confrontano con digitale, giovani, lavoro”, che si è svolto il 13 e il 14 ottobre tra Bergamo e Brescia e per la prima volta insieme al Forum Nazionale dei Giovani Soci e Socie delle BCC (giunto quest’anno alla sua XIII edizione) dal titolo “Un buon lavoro!”.
Circa 250 ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia – in rappresentanza di 55 BCC-CR e 12 Federazioni Locali – si sono confrontati con altrettanti esponenti “senior” del Credito Cooperativo lombardo e nazionale.
“Il nostro futuro sono i Giovani Soci: lavoriamo per dare spazio agli esponenti delle BCC di domani e passare a loro il testimone, in una logica inter-generazionale che da sempre è caratteristica costitutiva delle cooperazione di credito. Per ciò fondamentali sono le iniziative di promozione dell’educazione finanziaria della Fondazione Tertio Millennio, gli studi seguiti dal Centro di Ricerca sul Credito Cooperativo e, a breve, la costituzione di una Cattedra di Credito Cooperativo all’Università Cattolica”, ha affermato il presidente della Federazione Lombarda delle BCC, Alessandro Azzi. “Non a caso – nell’anno in cui si celebra il 140° dalla fondazione della prima Cassa Rurale italiana – abbiamo deciso di tenere il nostro convegno tra Bergamo e Brescia, proprio per valorizzare la proposta fatta dai Giovani Soci lombardi di ospitare il Forum nella Capitale della Cultura 2023. L’occasione di questo duplice evento è unica: per la prima volta mettiamo a confronto – con un rapporto sostanzialmente di 1 a 1 – il presente ed il futuro del Credito Cooperativo; colleghiamo inoltre Banche di Comunità, digitale e giovani, attraverso la lente della sostenibilità e della questione che oggi tocca maggiormente le nuove generazioni: il lavoro”.
Nel corso dell’evento annuale sono stati presentati anche i risultati di un sondaggio promosso dalla Federazione Lombarda sul tema del lavoro e che ha coinvolto quasi un migliaio giovani (soci e non soci, con un’età compresa tra 18-40 anni) che conoscono e si relazionano con il mondo del Credito Cooperativo. Alcune evidenze emerse dall’indagine sono:
Da queste informazioni derivate dall’indagine sono sorti poi nel corso dei due giorni del convegno – moderati da Claudia Benedetti, responsabile Sviluppo Mutualità Federcasse e da Chiara Piva, referente nazionale Progetto Giovani Soci Federcasse – molteplici interrogativi, come ad esempio: Cosa significa essere “sostenibile” e “digitale” per una banca di comunità e come si sta muovendo il Credito Cooperativo sui fronti ESG e innovazione?
E altri i quesiti che ne derivano e coinvolgono proprio le nuove generazioni: qual è il ruolo strategico dei Giovani Soci per il futuro delle BCC? Giovani e lavoro: il cambiamento di prospettive e aspettative condiziona anche il mondo del credito?
La prima giornata del Convegno del 13 ottobre a Bergamo presso il Centro Congressi Giovanni XXIII, infatti, ha affrontato il tema della sostenibilità in diverse prospettive, in primis nella sua dimensione socio-ambientale grazie al prezioso contributo di Roberto Zoboli, Prorettore per la ricerca scientifica e la sostenibilità e Direttore Alta Scuola per l’Ambiente (ASA) – Università Cattolica SC.
Mentre sul tema della difesa della “biodiversità bancaria” di cui il Credito Cooperativo è portatore, è intervenuto il direttore generale di Federcasse, Sergio Gatti. A seguire un confronto con Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, Irene Tinagli, presidente Commissione ECON – Parlamento Europeo e Marco Zanni, componente della medesima Commissione. Quest’ultimi hanno, in particolare, evidenziato come dopo anni in cui il Credito Cooperativo è stato oggettivamente penalizzato dalla legislazione europea nell’ultima riforma della Direttiva Europea sul recepimento degli accordi di Basilea siano finalmente state riconosciute le specificità di queste realtà e il loro ruolo nello sviluppo dei territori.
Il tema della sostenibilità è stato poi declinato dal punto di vista delle BCC nell’ambito di una tavola rotonda che ha visto la partecipazione del presidente del Gruppo BCC Iccrea, Giuseppe Maino e del vice presidente vicario Gruppo Cassa Centrale Banca Carlo Antiga (in collegamento per via di una indisposizione), del presidente di Federcasse Augusto dell’Erba e anche del presidente Azzi.
La giornata del 14 ottobre presso l’Auditorium Probrixia di Brescia, invece, è stata incentrata sul confronto di 500 partecipanti tra esponenti senior e giovani del Credito Cooperativo lombardo e nazionale sui temi della rivoluzione digitale e della ricerca di nuovi equilibri vita-lavoro con i professori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, come la professoressa e preside di Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative Elena Beccalli e Dario Nicoli, docente Sociologia Economica e Organizzazione.
“La prossimità sta tornando a essere fattore decisivo che può incidere sui modelli di business e sui modelli distributivi di prodotti e servizi” ha sottolineato la professoressa Beccalli. “Per alcuni osservatori l’incremento della digitalizzazione potrebbe eliminare la prossimità ma una recente ricerca evidenzia come le imprese più vicine alle sedi delle BCC sono favorite nel credito”.
Mentre il sociologo Nicoli che ha condotto il sondaggio si è soffermato sul lavoro dignitoso, ricordando che “non è un traguardo raggiunto e con il nuovo atteggiamento dei ragazzi sta diventando una questione culturale in cui vacillano i modelli di riferimento tradizionali”.
Un momento che ha registrato un’ampia partecipazione di importanti rappresentanti del mondo imprenditoriale, del Credito Cooperativo italiano e della cooperazione, di accademici e delle autorità regionale e comunali. Tra cui, Emidio Zorzella, presidente e Co-founder Antares Vision Group, Pietro Galbiati, vice direttore Gruppo BCC ICCREA, Paolo Sacco, direttore operations Gruppo Cassa Centrale, Federico Manzoni, vicesindaco di Brescia, Valerio Corradi, docente Sociologia del territorio – UCSC, Marco Menni, vice presidente vicario Confcooperative e presidente Coopermondo, Simona Tironi, assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro – Regione Lombardia.
Non sono mancati sul palco gli esponenti della componente sociale giovanile: Giulia Pittatore, referente nazionale Giovani Soci; Pietro Franceschini, Giovani Socio di BCC Anghiari e Stia; Jessica Baroni, Giovane Socia di BCC Caravaggio e Cremasco e vice referente Giovani Soci della Lombardia.
Insieme i giovani hanno sintetizzato e definito il significato di un buon lavoro per i giovani, secondo tre concetti chiave: fare sinergia tra generazioni, essere aperti alle possibilità e ricercare un’etica del lavoro basata sulla pienezza (ovvero un luogo in cui le persone posso esprimere al meglio se stesse).
In un contesto sociale in continua evoluzione c’è bisogno di sinergia e non contrapposizione fra le generazioni. “Crediamo in un ampio protagonismo dei giovani” ha detto il presidente Azzi nelle sue conclusioni. “Il testimone si passa solo dopo un ampio progetto educativo e dopo il passaggio di valori ed esperienze. Dobbiamo istruire ma anche accompagnare, condurre, guidare ad adeguato livello di maturità. Come BCC, dobbiamo essere la banca che serve, la banca utile e la banca al servizio”.
Pubblicato il 14 Ottobre 2023