La nostra storia

immagine storica Le origini
Le prime Casse Rurali italiane nascono a fine ‘800. Il modello cooperativo cui esse si ispirano prende le mosse dal pensiero di Robert Owen e dagli embrionali esperimenti messi in atto dai Pionieri di Rochdale in Inghilterra e da Philippe Bouchez in Francia.
Nel solco tracciato da costoro si inseriscono in prima battuta, attorno alla metà del XIX secolo, varie iniziative finalizzate all’istituzione di banche cooperative in Francia e in Belgio e la creazione in Germania di alcune associazioni cooperative tra piccoli imprenditori volte all’assicurazione contro le malattie o la morte e al reciproco sostegno nell’acquisto di materie prime.
Tra tutti i fautori del nuovo paradigma cooperativo spicca il nome di Hermann Schulze-Delitzsch, la cui dottrina sociale ed economica trova un notevole riscontro nella popolazione urbana tedesca ponendo le basi per la costituzione di 183 banche popolari in Pomerania e Sassonia già nel 1859.
Contestualmente all’opera di Schulze-Delitzsch, prende avvio nei territori a vocazione prevalentemente rurale anche l’attività di Friedrich Wilhelm Raiffeisen il quale, dopo essersi dedicato per qualche tempo alla gestione di fondazioni di natura solidaristica e caritatevole, si convince della necessità di dare vita a vere e proprie cooperative di credito a sostegno dei contadini indigenti. Nel 1862 nasce così ad Anhausen la prima cooperativa bancaria Raiffeisen, fondata sui principi della società aperta, del voto capitario per ogni socio e della responsabilità illimitata. Sebbene a livello organizzativo essa differisca quasi in nulla dalle Popolari, lo spirito che la anima è sostanzialmente diverso da quello che caratterizza le società ideate da Schulze-Delitzsch. L’azione di Raiffeisen infatti è guidata da motivazioni etiche di ispirazione cristiana, più che da ragioni economiche: dar vita a una cooperativa di credito per lui significa innanzitutto assecondare un preciso dettato della volontà divina, dal momento che essa altro non è che un mezzo per aiutare gli uomini a mettere a frutto i beni materiali e spirituali che Dio ha donato loro e di cui un giorno saranno chiamati a rendere conto.
Dopo un primo periodo di scarso successo, il modello delle Casse Raiffeisen va incontro a una rapida diffusione, tanto che nel 1888, alla morte del loro fondatore, esse ammontano già al numero di 425. Nei decenni successivi la loro crescita si attesta su ritmi ben più sostenuti rispetto a quelli delle Popolari e alla vigilia del primo conflitto mondiale esse assommano a 16.927 unità, contro le 980 unità delle cooperative ispirate allo Schulze-Delitzsch.

Il Credito Cooperativo in Italia

La prima Cassa Rurale italiana, fondata il 20 giugno 1883 a Loreggia ad opera di Leone Wollemborg, trae esempio e vigore proprio dall’esperienza iniziata in Germania da Friedrick Willhelm Raiffeisen. La banca di Loreggia infatti si propone come strumento pratico per risolvere la piaga dell’usura, concedere il credito indispensabile ai contadini, stimolare il risparmio e appare saldamente ancorata ai valori dell’attenzione verso il prossimo, del mutualismo cooperativo e del valore d’impresa. La sua fondazione è seguita dalla nascita di numerose altre istituzioni; tra le prime, a partire dal 1886, vengono costituite in Lombardia le Casse di Inzago, Cernobbio e Monticello Brianza. Il processo di diffusione delle Casse Rurali sull’intero suolo nazionale viene accelerato dalla emanazione dell’enciclica Rerum Novarum da parte di Papa Leone XIII, che nel 1891 esorta i cattolici ad intraprendere iniziative concrete in campo economico per stimolare lo sviluppo dei ceti rurali e del proletariato urbano. Si giunge così alla creazione nel 1905 della Federazione Italiana delle Casse Rurali, la quale si impegna fin da subito nella implementazione di una solida rete di Federazioni locali, e alla massima espansione delle Casse Rurali: nel 1922 se ne contano ben 3.540. L’ascesa dell’avverso regime fascista e l’avvento degli eventi bellici, tuttavia, determinano la riduzione di tale numero. È solo con il 1945 e con la rifondazione della Federazione Italiana delle Casse Rurali che il movimento del Credito Cooperativo può riprendere pienamente le proprie attività. Nel 1963 vede la luce ICCREA, l’Istituto Centrale delle Casse Rurali e Artigiane, cui viene attribuito il compito di svolgere funzioni creditizie, di intermediazione tecnica e di assistenza finanziaria, e nel 1978 viene costituito il Fondo di Garanzia dei Depositanti, organismo di autotutela delle banche e degli interessi dei depositanti.
Nel 1993 l’emanazione del Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia sancisce la cancellazione dei limiti di operatività sino ad allora in vigore. Alle Banche di Credito Cooperativo vengono dunque concesse, da un lato, la possibilità di offrire tutti i servizi e i prodotti erogati dalle altre banche e, dall’altro, l’opportunità di accogliere come proprio socio chiunque operi nel territorio di competenza, indipendentemente dal tipo di attività che svolge.