La riforma del 2016

Nell’aprile del 2016, il Credito Cooperativo va incontro a una profonda riforma organizzativa, definita attraverso la legge 49/2016.

Tale riforma prevede essenzialmente la costituzione di Gruppi Bancari Cooperativi – una figura istituzionale del tutto nuova all’interno del panorama delle banche cooperative italiane ed europee – ai quali le BCC hanno l’obbligo di aderire.

A partire dal 2016, infatti, l’ingresso in un Gruppo Bancario Cooperativo diviene condizione necessaria per il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria. Nell’atto di adesione al Gruppo, ogni BCC è tenuta a sottoscrivere un contratto di coesione che ne garantisce la titolarità patrimoniale e un alto grado di autonomia gestionale in funzione del livello di rischiosità, pur vincolandola a seguire gli indirizzi strategici e operativi individuati dalla Capogruppo del Gruppo Bancario.

Dopo un lungo e complesso iter, a gennaio 2019 vedono la luce due Gruppi Bancari Cooperativi a valenza nazionale: l’uno fa capo ad Iccrea Banca, con sede a Roma, che registra l’adesione di 142 BCC; l’altro coagula 84 BCC intorno a Cassa Centrale Banca, con sede a Trento.

Sulla base di norme emendative della riforma, varate dal Governo italiano nel novembre 2018, le Casse Raiffeisen dell’Alto Adige hanno optato per la costituzione di un IPS (Institutional Protection Scheme) che costituisce una soluzione alternativa alla creazione di un Gruppo Bancario Cooperativo.

Queste importanti trasformazioni organizzative hanno posto il movimento italiano di cooperazione creditizia mutualistica di fronte a sfide complesse, in parte tutt’ora aperte, e nel contempo hanno evidenziato anche numerose opportunità: le BCC, confermando la loro storica capacità di definire soluzioni innovative e al passo coi tempi, stanno interpretando questa nuova fase con la volontà di continuare a rappresentare un’esperienza originale di democrazia economica all’interno dell’orizzonte bancario e finanziario italiano, dimostrandosi un modello virtuoso capace di coniugare la tradizionale e spiccata vocazione sociale con una imprenditorialità adeguata all’attuale contesto di globalizzazione.